Si sta ripetendo in Ucraina quanto già accaduto in Siria.
Si inizia col finanziare gruppetti estremisti che aizzano parte della popolazione ad effettuare proteste violente.
Fatti infiammare gli animi si procede poi ad alzare barricate, occupare uffici pubblici, dare alle fiamme auto ed edifici, assaltare posti di polizia, impadronirsi di depositi di armi ( è accaduto recentementea Leopoli).
Se poi la polizia interviene (e non potrebbe essere altrimenti) per sedare le violenze e ristabilire la normalità, se nel far questo è costretta a scontrarsi con gruppi di esagitati, se ci scappa anche il morto, allora la subdola propaganda degli USA, della NATO e dell'UE, che sono stati i fomentatori di questi disordini, invoca con cinica spudoratezza la violazione dei diritti umani da parte del legittimo governo. Il quale non ha nessun obbligo di accettare le richieste pilotate dell'opposizione che pretende con moti di piazza l'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea mentre il parlamento è di avviso diverso.
Si ha intanto notizia di massicci finanziamenti agli oppositori e fornitura di armi americane ed israeliane.
Dopo aver provocato le stragi a suo tempo verificatesi nei Balcani per distruggere l'unità della Iugoslavia, dopo aver provocato il caos in Iraq, dopo avere semidistrutto la Siria e creato le premesse di una nuova guerra civile in Libano, la politica criminale di chi vuol dominare l'intero pianeta rischia di provocare in Europa un nuovo conflitto che presenta pericoli gravissimi e facilmente prevedibili.
La Russia infatti si rende conto che tra le varie finalità che gli USA ed i suoi alleati si ripropongono vi è quello di indebolirla e di continuare l'azione di accerchiamento. Si tenga presente che la Russia possiede in Ucraina alcune basi militari, una assai importante ad Odessa, basi militari che hanno la stessa legittimità di quelle americane in Europa ( e in Italia).
E' per questo motivo che la spudorata azione destabilizzante portata avanti dalla NATO e dalla UE si presenta estremamente rischiosa: la Russia non lascerà correre, non starà a
guardare, è già intervenuta con decisione in Siria e con decisione ancora maggiore interverrebbe per un fatto che si verifica al di là del suo confine.
22/02/2014
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