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Stragi e caos in medio oriente in nome della democrazia

07/08/2014 : 15:01

Stragi e caos in medio oriente in nome della democrazia

La situazione estremamente complessa che si è determinata negli ultimi tempi in Siria ed in Iraq si presta assai facilmente alle manipolazioni degli organi d'informazione occidentali.

E' opportuno pertanto dare un contributo, possibilmente esauriente, ad una obiettiva conoscenza degli avvenimenti, i quali non avvengono per puro caso, ma,  avendo avuto premesse lontane,  oggi  si realizzano sulla base di trumentalizzazioni attuate da centrali che  operano incessantemente per creare le condizioni propizie a chi vuole  istaurare il proprio controllo mondiale. Procediamo pertanto per gradi.

Le premesse ideologiche

Gruppi violenti e fondamentalisti  presenti sin dai primi secoli dell'Islam sono stati sempre combattuti ed emarginati. Il sunnismo, ritenuto sino a poco fa la tendenza religiosa musulmana contraria ad ogni eccesso ed estremismo, pur nelle sue interne differenziazioni e malgrado il rigorismo della scuola giuridica hambalita, aveva sul piano culturale sviluppato un'esegesi coranica distante dal letteralismo e propensa a procedimenti che lasciavano spazio alle interpretazioni teologiche. Tale situazione iniziò ad essere attivamente contestata, innestandosi su precedenti dissensi, da ibn  Abd al-Wahhab, nato in Arabia nel 1703, il quale riteneva che il periodo di decadenza e corruzione in cui i musulmani venivano a trovarsi andava spiegato con le deviazioni dottrinali e morali operate dal sunnismo e che pertanto si dovesse tornare radicalmente alle origini dell'Islam combattendo tutte le forme di innovazione che l'avevano snaturato. La sua predicazione trovò infine l'appoggio dell' emiro Muhammad Ibn 'Abd Sa'ud della regione araba del Nagd,  favorevole alla costituzione di uno stato teocratico. In tal modo il wahhabismo diventava l'ideologia politico-religiosa di una dinastia saudita che regge anche attualmente il regno d'Arabia.

Se per diverso tempo il fanatismo wahhabita risultò intollerabile alla maggioranza del mondo islamico ed in particolare a quello sunnita, l'idea di un ritorno alle fonti originarie dell'Islam di nuovo sorgerà tra la fine dell'ottocento ed i primi del novecento per opera di Rashid Rida fondatore del movimento della Salafiyya. La sua concezione di una  purezza originaria dei pii antichi (Salafiyyin) si basa su un mitico momento di fondazione dell'Islam, che come tutti i miti suppone situazioni che nella realtà non si sono mai verificate o comunque che si sono spesso verificate in modo diverso da quello immaginato. Da ciò conseguiva che gran parte di ciò la storia ha generato in molti secoli all'interno della civiltà islamica dovesse essere totalmente  rigettato.

Il fatto che determinerà un salto di qualità nel fondamentalismo islamico sarà la fondazione in Egitto nel 1928 dell'associazione dei Fratelli Musulmani da parte di Hasan al Banna. Questa infatti  non fu solo basata su considerazioni di ordine religioso ma si caratterizzò anche per una forte connotazione di carattere economico-sociale e di militanza politica contro la presenza britannica in Egitto e quella sionista in Palestina.

Ne derivava una netta  condanna di ogni abitudine nella vita dei musulmani mutuata dal mondo occidentale e una critica a costumi estranei comportanti una perdita di identità. I Fratelli Musulmani si organizzarono quindi come un partito politico di contestazione finalizzato alla ricostituzione del califfato con l' abbattimento del colonialismo e dei regimi politici arabi filooccidentali. Per le sue caratteristiche eversive la Fratellanza Musulmana venne messa per la prima volta fuori legge in Egitto nel 1948 dal primo ministro al-Noqrashi che sarà presto assassinato. Nel 1949 Hasan al Banna veniva catturato ed ucciso dalla polizia, sembra con la partecipazione di Anwar Sadat. Dopo la morte del proprio fondatore l'attività dei Fratelli Musulmani proseguirà accrescendo i propri consensi in varie parti del mondo arabo. Nel 1981 alcuni aderenti ad un'organizzazione terroristica ricollegabile alla Fratellanca, assassinò il presidente dell'Egitto Sadat, succeduto ad 'Abd al-Nasser, e ritenuto responsabile della grave crisi economica dovuta ad una sconsiderata apertura all'Occidente e soprattutto d'aver nel 1977 stipulato un accordo di pace separata con Israele.

La crescita di consenso dei Fratelli musulmani nel mondo arabo ha avuto varie motivazioni:

1° L'aver al Banna elaborato delle plausibili proposte di una migliore giustizia sociale e di più equa distribuzionje della ricchezza.
2°  Aver denunciato la corruzione di gran parte delle dirigenze politiche arabe colluse con i governi occidentali .
3° Aver fatto leva sul forte spirito religioso delle categorie meno abbienti proponendo un ritorno alle origini dell'Islam quale condizione preliminare e necessaria per qualsiasi riassetto politico.
4° Aver creato una solidissima struttura organizzativa in grado di sopravvivere nella clandestinità durante i periodi di repressione.
5° L'aver accredidato l'uso della violenza e del ricorso agli omicidi ed alle stragi quali strumenti legittimi per combattere la corruzione e l'ingiustizia.

Tutto ciò è necessario tener presente per capire  quali siano state le premesse ideologiche dei recenti ed attuali sconvolgimenti politici nel mondo arabo ed in particolare in Siria dove la Fratellanza aveva da tempo stabilito solide basi.

Il cinismo e il doppio binario della politica USA e della NATO 

Nei paesi occidentali si è fatta per diverso tempo abbondante apologia dello stato laico e si è presentata come un'aberrazione la possibilità che in  alcuni paesi arabi si potessero costituire sistemi di governo islamisti ispirati dalla shari?a.  Ora è accaduto che alcuni degli stati  laici esistenti nei paesi arabi avevano la pretesa di essere indipendenti ed a  sovranità  incondizionata, cioè non erano disponibili a farsi inglobare nel sistema di ordine mondiale programmato dagli USA con l'adesione dei paesi della NATO. Ecco che allora si è cominciato ad attivare dei meccanismi di destabilizzazione aventi lo scopo di mandare al potere  nuovi governi facilmente pilotabili. I procedimenti di destabilizzazione passati e presenti sono stati attuati secondo il seguente schema:


1°) Risuscitare vecchi, ma mai del tutto sopiti, antagonismi etnici o tribali  (vedi Tripolitania e Cirenaica).
2°)  Riattivare polemiche e contrasti tra le varie confessioni religiose.
3°) Potenziare i gruppi dissidenti clandestini con finanziamenti ed armi. 
4°)Tentare di corrompere membri dei  governi o delle forze armate in modo da averli pronti a futuri tradimenti.

Queste procedure in Iraq, grazie al sistema di controllo poliziesco messo in atto  da Saddam Hussein non dettero "buoni" risultati. D'altra parte il sistema laico di libertà religiosa , la crescita economica, culturale e scientifica del paese, l'assenza di consistenti gruppi d'opposizione organizzati,( essendo ormai vanificata la dissidenza curda) impedivano la possibilità di una rivoluzione interna. L'unico modo per disfarsi del regime di Saddam restava quello di una massiccia agressione militare fondata sulla ridicola e menzognera presenza di armi di sterminio di massa, mai trovate. Ma la maggioranza delle distratte e disinformate popolazioni europee si ritenne soddisfatta sapendo che era stato eliminato (con un processo sommario) un pericoloso dittatore nemico della democrazia. Quale democrazia gli Americani abbiano esportato in Iraq lo dimostrano le centinaia di miglia di morti e le devastazioni in atto da parte delle bande terrorristiche degli islamisti.

In Siria le cose sono andate diversamente. Quì i Fratelli Musulmani hanno, come in Egitto, un notevole seguito e la loro presenza si è fatta sentire con numerosi attentati fra i quali va ricordato l'uccisione ad Aleppo nel 1979 di 32 militari di religione alauita e un'insurrezione organizzata ad Hama nel 1982 che venne fortemente repressa. Si potrebbe tentare di giustificare le azioni di violenta opposizione al governo invocando  il malcontento provocato in alcuni settori dalla politica economica di nazionalizzazioni e da alcune situazioni di disagio, ma i motivi reali sono di altra origine.

I Fratelli Musulmani tendenti, come sopra detto, a costituire uno stato islamico, non possono non avversare uno stato laico in cui  si consenta uguaglianza di diritti alle diverse confessioni religiose, si conceda alle donne la libertà di portare o no il velo e di ricoprire incarichi negli enti pubblici ed eventualmente anche di governo, si organizzi un sistema scolastico moderno fortemente differenziato dalle tradizionali scuole coraniche e si apra il paese all'apprendimento delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione in uso nel mondo occidentale.

Lo stato laico, sia pur rispettoso della tradizione araba, è in definitiva l'opposto dello stato islamico, incompatibile con la mentalità di chi vuole  un ritorno al califfato e  per di più ad un califfato con una interpretazione restrittiva e rigorista della shari?a. A questa opposizione di carattere ideologico se ne affianca un'altra di carattere pratico dovuta a questioni di gelosia politica. I Fratelli Musulmani, ed insieme ad essi gran parte dei sunniti ritengono che nel sistema politico di Bashir al-Hassad il numero di alauiti, il gruppo religioso a cui appartiene al-Hassad, detenga una quantità di incarichi eccessiva rispetto alla propria consistenza numerica.

Si tratta evidentemente di una avversione fondata più che  su una critica relativa alla qualità della  politica, su una rivendicazione di potere. Semplificando il discorso e riassumendolo si può dire che le insurrezioni scatenate in Siria hanno lo scopo di abbattere lo stato laico, estromettere  al-Hassad e gli alauiti ed insediare un governo di Fratelli Musulmani-Sunniti per l'attuazione di uno stato islamico. In tutto ciò il discorso della libertà e della democrazia è puramente strumentale e propagandistico, finalizzato a turlupinare l'opinione pubblica mondiale, perché l'applicazione della shari?a,anche senza volerla demonizzare, tutto può essere tranne ciò che s'intende per democrazia  nel mondo occidentale. Resta da chiedersi perché allora gli USA e la NATO dopo aver enfatizzato lo stato laico abbiano deciso di appoggiare in Siria una rivoluzione fondamentalista diretta in gran parte dai Fratelli Musulmani.

Gli sporchi giochi della politica occidentale

L'interrogativo precedente è stato posto come se la politica estera degli  USA e dei loro alleati  potesse attenersi a regole di serietà e coerenza. Nella realtà invece  tale politica si sviluppa nelle forme del più spregiudicato cinismo:  i principi umanitari vengono invocati a pié sospinto quando possono essere utilizzati a danno degli avversari mentre sono da parte loro continuamente violati; si elogia lo stato laico e ci si allea coi più truculenti regimi esistenti nell'Oriente, si riconoscono in teoria i diritti dei Palestinesi e si lascia perpetuarne il genocidio.

L'Arabia Saudita dove esiste la drastica separazione dei sessi, dove le donne, obbligate a portare il velo e lunghi abiti neri, sono interdette alla guida non solo di automezzi ma anche di biciclette,dove l'organo equivalente al Parlamento è di nomina reale, l'Arabia Saudita che non consente agli stranieri non musulmani di accedere ad ampie zone del suo territorio, che da anni attua un'infame persecuzione dei musulmani sciiti, L'Arabia Saudita che fa lauti affari con gli americani , mette a loro disposizioni basi militari, riceve abbondanti quantitativi di armi che poi vengono distribuite alle varie bande incaricate di destabilizzare il Medio Oriente e l'Asia centrale, l'Arabia Saudita che è uno dei più retrogradi , intolleranti, ed antidemocratici stati esistenti sulla faccia della terra, è un alleato di ferro degli USA.

Il Qatar non è da meno dell'Arabia Saudita in quanto è uno dei maggiori finanziatori dei mercenari
fondamentalisti che operano in Iraq, in Siria, in Libia ed in Egitto. Ed anche il Qatar rientra nel novero degli amici degli americani. L'elenco potrebbe continuare ma ci si limita al caso della Turchia membro della NATO ed altro alleato di ferro degli USA. E' noto che prima nel periodo 1884-1886, con il sultano Abdul Hamid, poi nel 1915-1916 sotto il governo dei "Giovani Turchi" fu attuato quello che viene definito il primo grande genocidio dei tempi moderni, cioè lo sterminio di circa 1.300.000 armeni .

Le deportazioni e le eliminazioni, a cui collaborarono ufficiali dell'esercito tedesco, avvennero sia per il sospetto che gli armeni simpatizzassero per i russi (eravamo nel periodo della prima guerra mondiale) sia, come è più probabile, per creare uno stato etnicamente omogeneo. Molti stati hanno preso posizione riconoscendo l'esistenza storica del genocidio; il Parlamento italiano lo ha fatto il 17 novembre 2000. Il governo turco non solo  nega  ma ha anche promulgato una legge che commina sino a 3 anni di reclusione a chi  ne sostiene l'esistenza. Ma le attitudini sanguinarie dei governanti di questo stato, assai distante dalla cultura europea e che si vorrebbe, su pressione americana, far entrate nell'UE, si evidenziano anche nell'attuazione di un altro genocidio tuttora in corso contro il gruppo etnico dei Kurdi.

Questa popolazione di origine indoeuropea occupa territori appartenenti oltre che alla Turchia, alla Siria, all'Iran ed all'Iraq. Da decenni in Turchia i kurdi vengono arrestati, deportati, fucilati; 4000 villaggi negli ultimi 10 anni sono stati bruciati o distrutti con bombardamenti. Perché in questo caso non si fa appello ai principi umanitari e perché la comunità internazionale non interviene tramite l'ONU. La risposta è estremamente semplice: perché la Turchia fa parte della NATO ed è protetta dagli USA. Una eventuale sanzione o proposta di intervento contro i Turchi andrebbe incontro al veto americano nel Consiglio di Sicurezza. Pertanto la Turchia può contare sull'impunità, allo stesso modo di Israele con i Palestinesi. In definitiva la politica USA non ha esigenze di coerenza; da un punto di vista propagandistico chiama in causa l'esportazione della democrazia e i principi umanitari, in pratica agisce nel modo più spregiudicato  rispettando solo la regola del proprio interesse.

Il complotto sunnita

Di fronte all'espandersi dei movimenti fondamentalisti, Fratelli Musulmani, Salafiti, al Qaeida,ecc.,
gran parte del sunnismo, nel timore di essere risucchiato e ridimensionato, ha abbandonato le sue posizioni sostanzialmente moderate per assumere a sua volta atteggiamenti oltranzisti. D'altra parte i Fratelli Musulmani, i Salafiti , i Sauditi di Arabia e vari altri gruppi  non sono eretici, ma solamente sunniti estremisti. Gli eretici sono invece gli Sciiti. Ecco allora nascere la suggestione che sono maturi i tempi per un'ampia intesa tra tutti coloro che in un modo o nell'altro sono riconducibili al sunnismo per istaurare in Medio Oriente e sulla costa africana del Mediterraneo una serie di stati fondamentalisti in attesa di ricostituire se possibile un grande califfato. Il programma prevede l'eliminazione da quei territori di tutte le minoranze sciite e cristiane e l'abbattimento dei governi laici. Questo programma va perfettamente a conciliarsi con le aspettative degli americani i quali, come abbiamo visto, non hanno alcuna difficoltà ad accordarsi coi governi più retrogadi e truculenti. Infatti l'eliminazione di tutti i gruppi sciiti dal Vicino e Medio Oriente, in particolare di quelli siriani ed iracheni, può costituire la premessa per mettere mano in seguito  ad un vasto attacco contro l'Iran, dove gli sciiti sono il gruppo religioso di gran lunga prevalente. Se in contemporanea si elimina il regime siriano di Hassad e si estromette il governo iracheno, divenuto ormai inaffidabile dal punto di vista americano, il progetto criminale che è costato sin'ora centinaia di migliaia di morti, senza contate i feriti, potrebbe essere considerato a buon punto.

Questo programma sunnita e fondamentalista viene pertanto supportato dalla CIA e dagli altri servizi segreti occidentali organizzando azioni eversive, acquistando a suon di dollari  personaggi di spicco dell'area governativa, finanziando ed armado i gruppi della dissidenza, mettendo a disposizione strumenti informatici e propagandistici per diffondere a livello internazionale notizie  incontrollabili e manipolate. Si mette a punto pertanto un sistema ben articolato in cui varie parti, con compiti differenziati, concorrono all'organizzazione dello stesso piano criminoso : l'Arabia Saudita invia in Siria ed Iraq armi e denaro, Il Qatar oltre che armi e denaro invia anche bande di guerriglieri fanatici , dalla Libia e dal Marocco arrivano mercenari che sono stati addestrati in Turchia la quale attraverso il suo confine rifornisce continuamente  gli insorti di Siria. Nelle principali città della Francia, dell'Inghilterra e della Germania si stabiliscono dei centri di reclutamento di terroristi musulmani sia di origine araba che europea da inviare in Siria a rinfoltire quelle bande criminali che decapitano e crocifiggono i cristiani e distruggono le chiese e le moschee sciite. L'Italia, perché non si dica che non ha dato alcun contributo, invia istruttori  in Turchia per addestrare i reparti mercenari provenienti dal nord-Africa.

Con l'affluenza di migliaia di fondamentalisti fanatici organizzati ed armati con moderne e sofisticate armi di fabbricazione americana si è aperta oltre a quella dell'abbattimento del regime siriano di Hassad la possibilità di creare un nuovo stato islamico comprendente territori dell'Irak del nord e del nord-est della Siria. Questo nuovo stato di cui si è autoproclamato califfo un certo Abu Bakr al Bagdadi avrebbe due finalità: per i fondamentalisti creare una prima base di un futuro ampio califfato e per gli USA di avere uno stato sunnita oltranzista direttamente confinante con l'Iran. Questa ipotesi trova fondamento essenzialmente nel fatto che gli USA non danno alcun sostanzioso aiuto al governo irakeno né per ristabilire l'ordine interno compromesso dalla minoranza sunnita, né di iniziare un intervento armato o umanitario, per fermare le atrocità commesse dalle truppe del califfo, al quale invece continuano a pervenire armi e munizioni di origine americana. I diversi criminali interessati per i suddetti motivi alla costituzione del califfato siro-iracheno sono d'altra parte avvantaggiati dal fatto che contemporaneamente l'attenzione internazionale è stata dirottata altrove a seguito della crisi di  Gaza. L'uomo della Casa Bianca è minacciosamente interessato al rilascio del soldato israeliano "sequestrato" e non ha tempo per interessarsi delle stragi di cristiani e di sciiti di Siria ed Iraq.
 

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