Aggiornamenti dalla Siria
L'Isis continua malgrado i bombardamenti USA ad avere armi e munizioni. Da chi? Da chi sino ad oggi le ha sempre rifornite: Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Francia e CIA. Diciamo CIA e non USA essendo questa non solo un organismo predisposto alla sicurezza ed allo spionaggio ma, ormai da tempo, un corpo di fatto a se stante che opera con la copertura di potenti lobbies, comprese quelle che producono e commerciano clandestinamente armamenti, prendendo per proprio conto iniziative destinate a restare nell'ombra e svolgendo pertanto una propria politica estera e militare parallela a quella del governo.
Stando così le cose l'Isis, in leggera crisi in Irak continua ad avanzare in Siria dove malgrado le inaudite atrocità (comprese quelle recenti nel campo profughi di Yarmuck) non viene minimamente contrastata dalle forze della cosiddetta coalizione guidata dagli USA. Le atrocità infatti sono ritenute giustificabili se chi le commette è un avversario di Asad.
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Gli sforzi dell'inviato dell'ONU, Staffan De Mistura, di trovare una soluzione alla guerra civile
siriana, o più modestamente di pervenire a tregue temporanee e limitate, per esempio ad Aleppo,e consentire iniziative umanitarie nei confronti della popolazione civile, sono stati vanificati dalle truppe ribelli , dalla miriade di bande Jadiste e dai tagliatori di teste che su istigazione di Turchia ed Arabia saudita hanno respinto qualsiasi proposta.
I Turchi già sterminatori degli armeni ed oppressori dei curdi non hanno infatti scrupoli a far continuare il massacro delle popolazioni siriane e scrupoli non ha nemmeno il democratico re saudita a cui preme innanzitutto lo sterminio di sciiti ed alauiti. Gli uni e gli altri concordano sulla necessità di eliminare Asad che cerca d'impedire i loro progetti criminali. Gli USA d'altra parte non se la sentono di mettersi in contrasto con degli affezionati alleati e la loro realpolitic non tiene in gran conto la tutela delle vite umane; anch'essi quindi contribuiscono a sabotare l'operato di Staffan de Mistura ed ogni iniziativa dell'ONU contrastante con la loro pretesa di egemonia mondiale.
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Papa Francesco ha avuto il coraggio di prendere sul genocidio degli Armeni finalmente una posizione chiara pur sapendo le conseguenze che ne sarebbero derivate. Alla base del suo intervento vi è stato il concetto che la verità va proclamata a prescindere da qualsiasi posizione opportunistica.
Data la portata dell'intervento e la risonanza che avrebbe avuto e le prevedibili tensioni che sarebbero sorte con lo stato fondamentalista turco, non si può minimamente supporre che si sia trattato di un' iniziativa improvvisata da un papa esuberante, nè si può ritenere che il fatto sia avvenuto all'infuori di una strategia politica del Vaticano. Inoltre è assai probabile che ci possa essere stata una correlazione tra la recente visita del papa in Turchia e quanto poi è accaduto.
La sortita del papa avviene mentre da più parti si fanno pressioni per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Lo vogliono gli USA ed alcuni stati europei, come l'Italia, pedissequamente allineati con la politica estera americana. L'ingresso della Turchia in Europa avrebbe infatti la finalità di rafforzare all' interno di essa le tendenze filoamericane; in altre parola il controllo USA sull' Europa con la presenza della Turchia, suo fedele e ben armato alleato, avrebbe un ulteriore rafforzamento. D'altra parte l'entrata nella UE della Turchia che, tranne una ben piccola parte, non è geograficamente europea e tanto meno lo è culturalmente, ha come secondo scopo di constituire un antecedente per consentire subito dopo l'adesione dello stato sionista d'Israele.
Se si osserva da vicino la politica della Turchia si constata non solo il diniego di riconoscere il genocidio degli Armeni , ma anche altri fatti deplorevoli:
a) La dura repressione nei confronti della minoranza curda a cui si interdice l'uso della lingua e di cui si nega anche l'esistenza di una cultura nazionale.
b) Le limitazioni alla libertà religiosa creando crescenti difficoltà ai gruppi cristiani ed ebraici.
c) La carenza di tutele e di possibilità di difesa nel diritto penale per "reati" politici.
d) Il sostegno sia palese che recondito ai gruppi fondamentalisti e terroristici che in Siria ed Iraq
massacrano cristiani e sciiti e devastano chiese e moschee.
In tali condizioni papa Francesco mentre ha rimarcato la responsabilità morale di un sistema di governo che si ostina a non riconoscere quello che è stato definito il primo genocidio dell'epoca contemporanea, ha indirettamente e senza nominarle richiamato l'attenzione su tutte le gravi controindicazioni che sussistono per l'ingresso della Turchia in Europa, il cui scopo è solamente quello di favorire le mire scellerate degli USA e della NATO.